Conclusione della ristrutturazione della sezione di ossidazione biologica

Che cos’è “il cantiere che cambia il quartiere”?

È l’iniziativa che, dopo la copertura delle due vasche di sedimentazione primaria, ha portato progressivamente al completamento dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione della sezione di ossidazione biologica.

Di cosa si occupa la vasca di ossidazione?

Il grande impianto, suddiviso in 16 lunghe vasche, ognuna delle quali profonda 5 metri, si occupa principalmente di mantenere le condizioni ideali affinché una numerosa popolazione di batteri rimuova gli elementi inquinanti dai liquami fognari, che quindi vengono ripuliti per essere poi riversati nel Lambro.

Quali erano i parametri non conformi prima dell’intervento?

Secondo i controlli periodici dell’A.R.P.A., che si occupa di monitorare le caratteristiche di qualità dei liquami scaricati dall’impianto, la sezione di ossidazione biologica non consentiva il rispetto del limite relativo alla presenza di azoto.

Quali erano le rese di rimozione delle principali componenti inquinanti prima dell’intervento?

Come si può notare dal grafico sottostante, l’impianto nonostante ottenesse un’elevata percentuale di rimozione (80% – 100%) di quasi tutte le principali componenti inquinanti, restituiva una bassa percentuale di rimozione di azoto totale; da qui proprio l’esigenza di dare il via ai lavori.

Come avveniva l’ossidazione biologica prima dell’intervento?

In passato l’attività biologica veniva sostenuta insufflando nelle 16 vasche l’aria prodotta da 4 grossi ventilatori e da un sistema di distribuzione a macrobolle, dalla quale i batteri potevano ricavare l’ossigeno necessario a svolgere solo una parte dell’azione depurativa necessaria alla rimozione dell’azoto.

Quali erano le principali problematiche?

Le due problematiche principali erano che, in questo modo, spesso non veniva distribuito abbastanza ossigeno ai batteri e che mancava una sezione non areata per rimuovere adeguatamente l’azoto dai liquami.

Qual è stata la modalità d’intervento? Quali le modifiche di maggior importanza?

I lavori sono stati svolti su due vasche alla volta in modo tale da non interrompere mai il ciclo depurativo. Gli interventi di maggior rilevanza e determinante, al raggiungimento del risultato finale sono stati la sostituzione delle vecchie apparecchiature con nuovi sistemi di distribuzione dell’aria nelle vasche a bolle fini e l’applicazione di un sistema automatico di controllo del processo ad aerazione intermittente.
A tale scopo, le vasche sono state dotate di una serie di sensori che, in modo continuo, inviano i dati relativi alla qualità dei liquami ad una centrale elettronica, che provvede alla regolazione del processo. Contestualmente i vecchi ventilatori sono stati sostituiti da compressori e sistemi di diffusione dell’aria in grado di distribuire maggiori o minori concentrazioni di ossigeno nelle diverse vasche e ad alternare fasi areate a fasi non areate in base ai rilevamenti effettuati dai sensori.

Quali risultati sono stati ottenuti?

È stata risolta l’inefficienza conseguente alla formazione di macrobolle, in quanto i dispositivi che immettono aria nelle vasche sono dotate di una membrana microforata che, rigonfiandosi al passaggio dell’aria, rilascia piccole bolle in grado di fornire maggiore ossigeno ai batteri.
Dando nuovamente un rapido sguardo alla tabella e al grafico precedenti si può notare come dal mese di Novembre 2017 lo scarico dell’impianto non presentava più alcun parametro di non conformità e la percentuale di rimozione dell’azoto totale era salita oltre il 60%.

Quali erano le ulteriori finalità della ristrutturazione

Particolare attenzione è stata dedicata alle finalità ambientali ed energetiche dell’intervento. Infatti è stato possibile massimizzare le prestazioni di trattamento dell’impianto minimizzando i costi energetici, con un risparmio valutato intorno ai 700mila euro all’anno, un piano che consentirà di rientrare nell’importo speso in circa 9 mesi.
Inoltre l’intervento se da un lato ha permesso di rispettare a pieno i nuovi e più restrittivi limiti imposti dalla normativa di Regione Lombardia, dall’altro contribuirà a mitigare ulteriormente le già modeste emissioni di odore delle vasche di ossidazione biologica ed a ridurre la produzione di fanghi biologici.